
I mammiferi marini usano le alghe come strumenti

Per pulirsi a vicenda. Visti grazie ai droni
Strappare lunghi fusti di alghe e usarle per pulirsi a vicenda: è il primo uso di utensili a scopo sociale mai osservato tra mammiferi marini. Le immagini, rilevate con i droni, sono quelle di un gruppo di orche nel mare dei Salish, nel Pacifico tra Canada e Stati Uniti. La scoperta, dei ricercatori del Centro per la Ricerca sulle Balene (Cwr) e dell'Università britannica di Exeter, è pubblicata sulla rivista Current Biology. "Scoprire che le orche non si limitano a usare strumenti, ma li fabbricano, e che questi oggetti vengono usati in un modo mai riscontrato finora nei mammiferi marini, è incredibilmente emozionante", ha commentato Michael Weiss, del Cwr e uno degli autori dello studio. Il gruppo di ricerca monitora in modo continuativo la popolazione di orche che abita l'area dal 2018. Si tratta di una vera e propria specie, geneticamente distinta distinta dalle altre orche, e composta da poco meno di 80 individui. Grazie al monitoraggio prolungato per mezzo di droni equipaggiati con telecamere ad alta definizione i ricercatori hanno osservato dettagli inediti della vita sociale delle orche. Analizzando le immagini i ricercatori hanno scoperto che le orche strappano molto frequentemente fusti di alcune delle alghe più tipiche di queste zone, note come Kelp e che costituiscono delle piccole foreste sottomarine lungo la costa, e poi fanno aderire i fusi di alghe ai corpi, sfregandosi con l'aiuto delle compagne. Questo comportamento, osservano i ricercatori, è frequente soprattutto tra individui coetanei e serve probabilmente a pulire la pelle, eliminando possibili fonti di infezione e cellule morta. "Ciò che trovo più incredibile è che, nonostante questo sia un comportamento comune che vediamo quasi ogni volta che sorvoliamo queste balene con il nostro drone, non ci avevamo ancora fatto caso", ha detto Weiss. Finora, infatti, nessuno aveva notato che i massaggi tra queste orche prevede spesso anche l'uso delle alghe, in particolare di rami tubulari che vengono fatti strusciare tra i due corpi aderenti. "Per me - ha concluso Weiss - questo dimostra non solo la potenza dei nuovi metodi di osservazione, ma anche quanto abbiamo ancora da imparare su questi animali".
M. de Jesus--JDB