Tumori polmone e mediastino, con robot Sp basta un foro di 3 cm
Al Regina Elena masterclass europea di Live surgery
Un solo foro di pochi centimetri. Un braccio robotico con polso e gomito, che si muove con la precisione di una mano umana, ma senza tremore. E un paziente che, dopo pochi giorni, torna a casa, con un recupero rapido e meno dolore. È questa la nuova frontiera della chirurgia toracica oncologica all'Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire), dove l'équipe diretta da Edoardo Mercadante utilizza il robot Single Port (Sp), l'ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva. Con un'unica incisione di soli 3 o 4 centimetri, il sistema consente di rimuovere tumori del polmone e del mediastino con una precisione straordinaria. "È come entrare da un buco della serratura in una stanza - spiega Mercadante, - ma una volta dentro, si dispiega un intero set di strumenti flessibili, che permettono di muoversi liberamente nello spazio toracico". Il chirurgo, seduto alla console, controlla ogni movimento con precisione millimetrica, senza tremore, con una visione ingrandita e stabile del campo operatorio. Con circa 500 interventi l'anno, di cui oltre il 95% mininvasivi, la Chirurgia toracica del Regina Elena è tra le più attive in Italia e con una delle casistiche più ampie in Europa. Da aprile 2025 Sp è entrato stabilmente nella pratica clinica, oggi è utilizzato in circa un intervento su cinque tra quelli robotici. "Un intervento troppo invasivo può innescare una catena di complicanze: dolore, respirazione superficiale, accumulo di secrezioni, infezioni - continua Mercadante -. Ridurre il trauma significa ridurre questi rischi. Con il Sp, il paziente respira meglio, si alza prima e in pochi giorni torna a casa". L'esperienza maturata viene ora condivisa con altri centri nella prima Masterclass europea di Live Surgery con la piattaforma Sp, in programma ieri e oggi mercoledì 12 novembre all'Ire: due giorni di chirurgia in diretta e confronto tra specialisti italiani ed europei. L'obiettivo è trasferire competenze e formare nuovi chirurghi all'uso della tecnologia più avanzata oggi disponibile, diffondendo un modello di cura che amplia le possibilità anche per pazienti particolarmente fragili e anziani, un tempo esclusi.
P. Gomes--JDB